Processo Torre Piloti e Blog legali

ARTICOLO SU REPUBBLICA ONLINE

Si combatte una sorprendente battaglia tra avvocati all’interno del processo per la strage della Torre Piloti. Tutto per colpa di un blog (almeno in apparenza).

Tra le parti civili, ovvero i famigliari delle vittime, c’è una donna che più di tutti gli altri ha saputo trasformare il suo strazio in una puntigliosa e instancabile ricerca della verità.

E in aula ci sono a rappresentarla tre avvocati che interpretano il loro ruolo in maniera attiva, all’attacco e non al traino della pubblica accusa – soluzione spesso scelta dai legali di parte civile -.

Ma è uno stile che non piace ad alcuni loro colleghi che hanno presentato un esposto al consiglio dell’ordine degli avvocati.

Già di per sé sarebbe una notizia clamorosa. Ma lo è ancor di più la circostanza che a “denunciarli” non siano stati i difensori degli imputati, bensì altri avvocati anch’essi rappresentanti delle parti civili al processo.

I protagonisti di questo retroscena di uno dei processi più importanti degli ultimi anni, sono gli avvocati Cesare Bulgheroni, Massimiliano Gabrielli e Alessandra Guarini che assistono Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, uno dei sei marinai della Capitaneria (le vittime furono in tutto nove).

Un anno fa, proprio la tenacia della signora Chiello convinse la magistratura ad aprire un filone d’indagine sulle responsabilità di chi consentì di collocare in quel punto la Torre Piloti senza alcuna protezione e a filo di banchina. La signora Chiello e i suoi legali sono inoltre particolarmente attivi su un altro fronte d’indagine, il filone che vede indagati alti ufficiali della Capitaneria e funzionari del Rina sospettati di quelle “certificazioni facili” di cui avrebbero beneficiato diverse compagnie, Messina in primis.

Bulgheroni, Gabrielli e Guarini rappresentano i famigliari di vittime di altre grandi tragedie come il naufragio della Concordia e l’incendio del traghetto Norman Atlantic in navigazione tra la Grecia e l’Italia. Anche per quest’ultimo caso è coinvolto il Rina, citato civilmente dalle parti civili.

I tre avvocati sono anche sostenitori del cosiddetto “danno punitivo”, ovvero i risarcimenti che vanno a colpire non solo il danno vivo ma anche il comportamento delle aziende e società. Un istituto giuridico diffuso nel mondo anglosassone ma che inizia ad essere riconosciuto anche in Italia.

Secondo uno schema ormai consolidato i tre avvocati hanno aperto – come già fatto per Concordia ed altre cause – un blog dedicato al processo per la Torre Piloti. Si intitola giustiziaperjollynero.wordpress.com ed è una sorta di diario del processo scritto udienza per udienza. In questo modo si informano i clienti ed in genere i famigliari delle vittime, si crea un importante database pubblico e si offre uno strumento di comunicazione a chi voglia rivelare episodi o retroscena relativi al caso. “Per il processo Concordia abbiamo ricevuto attraverso il sito testimonianze importanti poi utilizzate in aula e anche per la vicenda Jolly Nero il blog ci sta aiutando su alcuni aspetti”.

Ma quella che appare come una scelta dettata dai tempi, dal desiderio di trasparenza e dal buonsenso, per qualche avvocato è diventata una soluzione non ortodossa per chi indossi la toga. L’esposto all’Ordine evidenzierebbe proprio questi aspetti anche se è lecito pensare che l’attivismo degli avvocati di Adele Chiello abbia creato qualche malumore in un ambiente piuttosto ingessato.

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