Costa LUMINOSA e coronavirus

PORTO DI SAVONA: PASSEGGERI IN TRAPPOLA SULLA COSTA LUMINOSA

Passeggeri trasformati in ostaggi

È ciò che stanno sperimentando i passeggeri (e l’equipaggio) che ancora non sono stati sbarcati dalla nave da crociera COSTA LUMINOSA, attualmente attraccata al Porto di Savona, in attesa della ripresa dei controlli dopo l’isolamento che – secondo quanto riferito dai media – sarebbe di 86 persone, 38 delle quali risultate positive al COVI19. Ostaggi della possibile epidemia sviluppatasi a bordo.

L’obiettivo è evidentemente quello di sbarcare il maggior numero di persone per evitare di ripetere l’errore commesso con la Diamond Princess in Giappone, dove il virus si è diffuso inesorabilmente a bordo.

Mentre le Autorità valutano il trasferimento dei croceristi stranieri, salgono le preoccupazioni anche a terra per il rischio di aggravare la situazione del Pronto soccorso e del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Paolo. Due passeggeri di nazionalità olandese si apprende che sono stati trasportati in urgenza stante la presenza di febbre e livelli bassi di saturazione dell’ossigeno nel sangue.

La partenza per la crociera è stata confermata nonostante l’emergenza sanitaria COVID-19 fosse già in piena diffusione in Italia e nel resto del mondo, dichiarata a fine gennaio dall’ISS e diffusa dai vari organi di informazione e dai siti scientifici ed istituzionali [1].

C’è un aspetto che rende ancora più grave quanto accaduto: stando a quanto riportato da autorevoli fonti giornalistiche [2] vi erano già stati casi di passeggeri risultati positivi al COVID19 anche nella crociera precedente sulla Costa Luminosa, salpata lo scorso 24 febbraio 2020 da Port Everglades (USA) per un viaggio di dieci giorni nei Caraibi. Il 29 febbraio alle Isole Cayman veniva infatti sbarcato un passeggero italiano, ricoverato per problemi cardiaci e sintomi da coronavirus; la nave riprendeva il suo itinerario senza attendere l’esito degli accertamenti sul passeggero sbarcato, che tuttavia DECEDEVA pochi giorni dopo il ricovero e sul quale, sottoposto a tampone per sospetto COVID19, risultava positivo al Coronavirus.

La crociera proseguiva come se niente fosse, con esposizione dei passeggeri al contagio fino all’arrivo proprio a Port Everglad, dove i croceristi venivano sbarcati senza alcuna particolare precauzione.

Nonostante la conferma di aver avuto un caso di Covid19 a bordo la nave procedeva a un nuovo imbarco di oltre 1000 persone per una crociera questa volta transatlantica, con partenza proprio da Port Everglad il 5 marzo e arrivo previsto a Savona per il 21 marzo 2020.

Dopo pochi giorni la situazione si complicava di nuovo per una coppia di italiani, sbarcati a San Juan de Puerto Rico, con sintomi da Covid19, ricoverati e risultati effettivamente positivi al tampone.

Di qui il diffondersi della paura a bordo e l’adozione di misure di contenimento del contagio da parte della compagnia e l’annullamento di tutte le escursioni fino al rientro, prima a Marsiglia dove sono stati sbarcati alcuni passeggeri, ed ora a Savona dove chi è rimasto a bordo si trova al monento bloccato in quarantena.

Questo grave precedente episodio ed il noto allarme riteniamo che avrebbe dovuto indurre la Compagnia ad annullare anche il secondo viaggio od offrire a chi avesse già acquistato il pacchetto turistico una soluzione di rimborso, anche tramite voucher, soluzioni che invece non pare siano state prese in considerazione. Anzi, a chi aveva tentato di rinunciare alla partenza per il timore dell’epidemia veniva risposto che sarebbero state applicate penali pari alla quasi totalità del costo della vacanza. Costa Crociere garantiva per il nuovo imbarco il regolare svolgimento del viaggio, nonostante quanto già accaduto a bordo nell’itinerario precedente.

Molti clienti si sentivano quindi “costretti” a partire mentre i confini delle “zone rosse” venivano chiusi, l’Italia intera veniva progressivamente isolata dal resto d’Europa e tutta la popolazione costretta dal DPCM “Coronavirus”, annunciato dal governo già l’8 marzo sera, a restare rigorosamente in casa.

Un provvedimento senza precedenti, che tuttavia non pare abbia preoccupato Costa Crociere, che non ha neppure valutato di interrompere subito il viaggio come misura di salvaguardia delle persone a bordo.

Del resto, da quanto risulta dai media e ci è stato confermato ad esempio dai passeggeri della Costa Favolosa, nessuna particolare precauzione risulta essere stata adottata per limitare il rischio di contagio a bordo ed il trattamento delle relazioni interpersonali tra passeggeri, e tra gli stessi passeggeri ed i membri dell’equipaggio che li assistevano. Un semplice controllo della temperatura prima di salire, in fila non distanziata gli uni dagli altri, per poi tornare in fila per procedere alle normali operazioni di imbarco.

Anche i primi giorni di navigazione in mare trascorrevano come se nulla fosse accaduto nella crociera precedente e soprattutto ignorando l’aggravamento dell’epidemia, come se niente di quanto si stava verificando nel mondo esterno potesse riguardare la nave e le persone a bordo: ai passeggeri veniva permesso di fruire liberamente di tutti i servizi come piscine -teatro -buffet -Spa – kindergarten – cena con servizio a tavola, senza alcun accorgimento particolare, in piena violazione di tutte le raccomandazioni dall’OMS e dal Ministero della Salute italiano al fine di mantenere le distanze di sicurezza tra le persone e così prevenire il contagio da Covid-19, come purtroppo è poi accaduto.

Neppure si decideva di interrompere la navigazione alla notizia dei nuovi contagi, con ulteriore aumento del rischio di diffusione del virus.

Quali sono i diritti risarcitori dei passeggeri esposti al contagio

Sulla base delle notizie dettagliate dei media e di alcuni passeggeri della Costa Favolosa e di altre navi da crociera che stiamo assistendo, abbiamo svolto una analisi dei possibili profili di risarcimento danni a favore dei passeggeri rimasti coinvolti nell’emergenza Coronavirus a bordo delle navi; riteniamo che la scelta di Costa Crociere di confermare il viaggio e costringere i clienti a partire per non esporsi alle penali ed alla perdita dei pagamenti effettuati, abbia favorito il pericolo di contagio e l’incolumità di tutte le persone a bordo della nave, presentano evidenti profili di responsabilità tanto sul piano civile (contrattuale ed extracontrattuale), che sul piano penale.

CIVILE: vi sono diverse possibili componenti del possibile risarcimento spettante ai crocieristi:

  1. Danno emergente – rimborso integrale del pacchetto crocieristico e delle spese extra sostenute per rimpatrio e di quelle sostenute a bordo della nave.
  2. Danno da vacanza rovinata – per il solo fatto di non aver potuto fruire di un periodo di relax programmato per ricaricare le pile, trasformatosi in giorni di stress.
  3. Lucro cessante – mancato guadagno per le giornate di lavoro e reddito perdute a causa della quarantena imposta al rientro;
  4. Danno biologico – soprattutto in termini di disturbi da stress post- traumatico, ma anche per possibili sintomi da Covid-19
  5. Danno morale – per la sofferenza psichica subita da un soggetto a causa della condotta illecita da parte di Costa Crociere

PENALE: le condotte sopra ipotizzate come poste in essere sia dai vertici di Costa Crociere S.p.A. che dagli ufficiali di bordo, se effettivamente verificate, si ritiene possano integrare diverse fattispecie di rilevanza penale:

  1. reato di epidemia colposa, l’art. 452 del codice penale, in relazione al 438 cp, stabilisce invero che “chiunque per colpa (l’evento si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline) cagiona una epidemia mediante la diffusione di germi patogeni, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni (morte di più persone). E’ un reato di pericolo, a rilevare sarebbe dunque non tanto il contagio avvenuto, quanto la pericolosità di potenziali ed ulteriori contagi.
  2. lesioni personali colpose, disciplinato dall’art. 590 c.p., punisce chiunque con la propria condotta cagiona ad altri una malattia nel corpo e nella mente, quindi assume rilevanza penale non solo l’ipotesi di contrazione del virus, ma anche il disturbo da stress psicologico, provocato dalla costrizione forzata in un ambiente che ha potuto generare un danno psichico che come detto potrà essere oggetto di valutazione dal punto di vista risarcitorio.
  3. reato di truffa contrattuale, legato alla costrizione imposta all’esecuzione del viaggio, nascondendo condizioni che erano note all’armatore e che avrebbero portato senza dubbio al mancato godimento dei servizi di bordo e l’impossibilità di effettuare le escursioni previste dal contratto; secondo la Cassazione la truffa si può configurare non soltanto nella fase di conclusione del contratto, ma anche in quella dell’esecuzione allorché una delle parti, nel contesto di un rapporto lecito, induca in errore l’altra parte con artifizi e raggiri, conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.

COSA FARE, alcuni primi consigli in questi casi:

Va chiarito  che anche se non vi sono state conseguenze dirette a carico di una persona, la sola presenza a bordo della nave, e l’esposizione del passeggero ad un grave rischio LEGITTIMA ALL’AZIONE RISARCITORIA, se venisse confermata l’esistenza dei reati plurioffensivi e di pericolo di cui sopra. Oltre al rimborso integrale della crociera, fruita in modo solo parziale ed inaccettabile in termini di qualità, il passeggero avrebbe inoltre diritto ad una compensazione per danno da vacanza rovinata ed a titolo di risarcimento del danno morale.

COSA OCCORRE:

E’ necessario dimostrare, per l’azione contrattuale, di esser stati presenti a bordo della nave da crociera attraverso i documenti di prenotazione e le carte di imbarco dei voli di ritorno

  1. Recuperare i documenti di viaggio (voucher email, agenzia di viaggio etc.) e documentare ogni spesa sostenuta per il viaggio e per il rimpatrio.
  2. Per coloro che hanno avuto patologie a bordo conservare copia dei certificati medici e delle spese, recarsi comunque dal proprio medico per avere referto su eventuali ansie e turbamento psicologico (stress post-traumatico)
  3. Stilare un elenco cronologico degli spostamenti e delle cancellazioni di escursioni prenotate, eventualmente andate perse nell’emergenza.
  4. Rivolgersi ad un legale per inviare subito una prima lettera con richiesta per iscritto del risarcimento danni alla compagnia di navigazione (cd. lettera di intervento legale), che interrompe ogni prescrizione (non ci sono 10 giorni come potrete sentire dire da alcuni, ma è preferibile inviare prima possibile l’intimazione al risarcimento danni, onde far decorrere gli interessi legali).
  5. In questi casi si può proporre QUERELA entro tre mesi dal fatto (consigliabile).

[1] Non va scordato che ben prima della partenza il Governo italiano aveva emanato un’ordinanza restrittiva, quella del 21 febbraio 2020, cui seguiva il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19».  A tale primo provvedimento seguiva, stante l’espansione sempre maggiore dell’epidemia e l’incremento di casi sul territorio nazionale, il DPCM del 4 marzo 2020 con cui  veniva dichiarato lo stato di emergenza relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili e previste ulteriori misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del virus Covid-19, tra le quali la chiusura delle scuole e delle università fino al 15 marzo 2020, la sospensione delle attività formative, dei viaggi d’istruzione, delle visite guidate. Erano dunque note alla Compagnia sia la situazione di allerta sia la diffusione del virus da una determinata area del territorio nazionale al resto dell’Italia, che venivano colpevolmente ignorate, con il rischio che la nave divenisse un vero e proprio “vivaio” per il virus e di trasformare l’emergenza in un disastro sanitario, considerando anche le difficolta di erogare a bordo prestazioni sanitarie adeguate alla salvaguardia della vita dei passeggeri.

[2] Articolo “Emergenza sulla Costa Luminosa. Morto un passeggero, due positivi” ARTICOLO del 15 marzo 2020 del Secolo XIX

COSTA LUMINOSA LOCKDOWN IN SAVONA

Costa Luminosa cruiseship - Coronavirus onboard emergency

Costa Luminosa Coronavirus

PORT OF SAVONA: PASSENGERS TRAPPED ONBOARD OF COSTA LUMINOSA IN SAVONA

Passengers turned hostages.

This is what passengers (and crew) who have not yet disembarked from the cruise ship COSTA LUMINOSA, currently docked at the Port of Savona, are experiencing, awaiting the resumption of checks after the isolation of 86 people, 38 of whom it seems that tested positive for COVI19. Being hostages because of the possible epidemia onboard.

The goal is to land as many people as possible to avoid repeating the mistake made with the Diamond Princess in Japan, where the virus has spread relentlessly on board.

While the Authorities are evaluating the transfer of foreign cruise passengers, concerns also rise on the ground for the risk of aggravating the situation of the Emergency Department and the intensive care unit of the San Paolo Hospital. Two passengers of Dutch nationality were transported in an emergency due to the presence of fever and low levels of oxygen saturation in the blood.

Also this time, as already happened for the Costa Favolosa, the cruise was maintained despite the health emergency COVID-19 was already in full diffusion in Italy and in the rest of the world, declared at the end of January by the ISS and spread by the various bodies of information and from scientific and institutional sites[1].

There is an aspect that makes what happened even more serious: according to reports from authoritative journalistic sources[2] there had been cases of passengers who tested positive for COVID19 also on the previous cruise on the Costa Luminosa, which sailed on 24 February 2020 from Port Everglades (USA ) for a ten day trip to the Caribbean.

In fact, on February 29 an Italian passenger was disembarked in the Cayman Islands, hospitalized and subjected to a swab for suspected COVID19; the ship resumed its itinerary without even waiting for the outcome of the checks on the disembarked passenger, who DIED a few days after being admitted precisely because of the coronavirus.

The cruise continued as if nothing had happened, with irresponsible exposure of the passengers to the infection, until their arrival in Port Everglad, where the cruise passengers were disembarked without any precaution.

Despite the death of a passenger for Covid19, the ship proceeded to a new embarkation of over 1000 people for a cruise this time transatlantic, with departure from Port Everglad on March 5 and expected arrival in Savona on March 21, 2020.

After a few days the situation became more complicated for an Italian couple, who landed in San Juan de Puerto Rico for Covid19 symptoms, hospitalized and tested positive for the swab.

Hence the spread of fear on board and the adoption of measures to contain the contagion and the cancellation of all excursions until the first return to Marseille, where some passengers were disembarked, and now to Savona where those who remained on board is stuck in quarantine.

This situation of serious and well-known alarm should have led the Company to cancel the trip or to offer those who had already purchased the tourist package a refund solution, including via voucher, solutions that have not even been taken into consideration. Indeed, those who had attempted to give up their departure precisely because of the fear of the epidemic were told that penalties would be applied equal to almost the entire cost of the holiday.

Costa also guaranteed the smooth running of the trip, despite what has already happened on board in the previous itinerary.

Many customers were then “induced” to leave while the borders of the “red areas” were closed, the whole of Italy was gradually isolated from the rest of Europe and the entire population forced by the “Coronavirus” DPCM, announced by the government on 8 March evening, to stay strictly at home.

An unprecedented measure, which however does not seem to have worried Costa Cruises, which has not even considered interrupting the trip as a safeguard measure for the people on board.

Moreover, no particular precaution appears to have been adopted to limit the risk of contagion and the treatment of interpersonal relationships between passengers, and between the passengers themselves and the members of the crew who assisted them. A simple temperature control before going up, in a row not spaced from each other, and then returning in a row to proceed with normal boarding operations.

Even the first days at sea passed as if nothing had happened on the previous cruise and above all ignoring the aggravation of the epidemic, as if nothing of what was happening in the outside world could concern the ship and the people on board: to the passengers was allowed to freely use all services such as swimming pools – theater – buffet – spa – kindergarten – dinner with table service, without any special precautions, in full violation of all recommendations from the WHO and the Italian Ministry of Health in order to keep the safety distances between people and thus prevent contagion from Covid-19, as unfortunately happened later.

Nor was it decided to stop browsing the news of the new infections, with a further increase in the risk of spreading the virus.

The compensation rights of passengers exposed to the infection.

We analyzed the conduct of Costa Crociere SPA for some passegenrs we are assiting from an identical case onboardo of Costa Favolosa, and we assume that through the choice of confirming the trip and forcing customers to leave in order not to expose themselves to penalties and the loss of payments made, in many cases not even responding to emails asking for reimbursement of the trip, put in the safety of all the people on board the Costa Luminosa is dangerous, they present clear liability profiles both on a civil (contractual and non-contractual) level and on a criminal level.

CIVIL LAW: there are several possible components of the possible compensation due to cruise passengers:

  1. Emerging damage – full refund of the cruise package and of the extra costs incurred for repatriation and of those incurred on board the ship.
  2. Damage from ruined holidays – simply because they were unable to take advantage of a period of relaxation programmed to recharge their batteries, which turned into days of stress.
  1. Profit loss – loss of earnings for work days and income lost due to the quarantine imposed on return;
  2. Biological damage – especially in terms of post-traumatic stress disorder, but also for possible Covid-19 symptoms
  3. Moral damage – for the mental suffering suffered by a subject due to the unlawful conduct by Costa Cruises

CRIMINAL LAW: the conduct carried out both by the top management of Costa Crociere S.p.A. that by the officers on board, it is believed they can integrate several cases of criminal relevance:

  • crime of culpable epidemic, art. 452 of the Criminal Code, in relation to the 438 of the Italian Criminal Code, indeed establishes that “anyone who is to blame (the event occurs due to negligence or imprudence or inexperience, or due to non-compliance with laws, regulations, orders or disciplines) spread of pathogenic germs, is punished with imprisonment from 1 to 5 years (death of several people). It is a crime of danger, to detect would therefore be not so much the contagion that occurred, but the danger of potential and further contagions.
  • culpable personal injury, governed by art. 590 of the Criminal Code, punishes anyone with their conduct causes a disease in the body and in the mind to others, therefore it assumes criminal relevance not only the hypothesis of virus contraction, but also the psychological stress disorder, caused by forced constriction in an environment that it has been able to generate psychic damage which, as mentioned, will be subject to compensation assessment.
  • crime of contractual fraud, linked to the constraint imposed on the execution of the trip, hiding conditions that were known to the shipowner and which would undoubtedly have led to the failure to enjoy the onboard services and the impossibility of carrying out the excursions provided for in the contract; according to the Court of Cassation, the scam can be configured not only in the conclusion of the contract, but also in that of the execution when one of the parties, in the context of a lawful relationship, misleads the other party with artifices and deception, achieving a unfair profit with others’ harm.

WHAT TO DO, some first tips in these cases:

It should be clarified that even if there were no direct consequences for you, the mere presence on board the ship, and the exposure to a serious risk as passengers YOU ARE LEGITIMATE FOR ACTION FOR THE existence of multi-offensive and danger. In addition to the full reimbursement of the cruise used in a partially and unacceptable way, you are also entitled to compensation for damage from a ruined holiday and as compensation for non-material damage.

WHAT YOU NEED:

It is necessary to demonstrate that you were present on the Costa Favolosa ship through the booking documents and boarding passes for return flights

  1. Retrieve travel documents (email voucher, travel agency etc.) and document any expenses incurred for travel and repatriation.
  2. For those who have had diseases on board, keep a copy of the medical certificates and expenses, however, go to your doctor for a report on anxiety and psychological disturbance (post-traumatic stress)
  3. Draw up a chronological list of the trips and cancellations of booked excursions, possibly lost in the emergency.
  4. Contact a legal office to immediately send a first letter with a written request for compensation to the shipping company (so-called legal intervention letter), which interrupts all prescriptions (there are 10 days as you can hear from some, but it is preferable to send the notice of damages as soon as possible, in order to make legal interests run).
  5. In these cases, a COMPLAINT can be filed within three months of the fact (advisable).

[1] It should not be forgotten that well before departure, the Italian government had issued a restrictive order, that of February 21, 2020, which was followed by the decree-law of February 23, 2020, n. 6, containing «Urgent measures regarding the containment and management of the epidemiological emergency from COVID-19». Following this first provision, given the growing expansion of the epidemic and the increase in cases on the national territory, the DPCM of March 4, 2020 which declared the state of emergency relating to the health risk associated with the onset of pathologies deriving transmissible viral agents and further measures to combat and contain the Covid-19 virus throughout the country are envisaged, including the closure of schools and universities until 15 March 2020, the suspension of training activities, travel education, guided tours. The company was therefore aware of both the alert situation and the spread of the virus from a certain area of ​​the national territory to the rest of Italy, which were guilty ignored, with the risk that the ship would become a real “nursery” for the virus and to transform the emergency into a health disaster, also considering the difficulties of providing on board health services adequate to safeguarding the lives of passengers.

[2] Article “Emergency on Costa Luminosa. A passenger died, two positives” March 15, 2020 of Secolo XIX.

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