Un drammatico incidente sul lavoro si è verificato nel pomeriggio di lunedì 8 settembre 2025 a Roma, sulle banchine del Tevere all’altezza di piazza Trilussa. A perdere la vita è stato Daniele Cucchiaro, operaio di 47 anni e padre di famiglia, rimasto schiacciato da un muletto durante le operazioni di carico del mezzo su un camion.
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, dipendente della società Romana Car Allestimenti, era impegnato nello smontaggio degli stand della manifestazione estiva “Lungo il Tevere”. Nella fase di caricamento del muletto sul pianale di un autocarro, il mezzo avrebbe urtato la rampa, ribaltandosi e travolgendo il lavoratore.
Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti della Polizia Scientifica e l’Autorità Giudiziaria, allertati da una passante. Le indagini in corso puntano ad accertare la dinamica esatta e a verificare eventuali responsabilità, con particolare riguardo al rispetto delle norme di sicurezza, alla formazione del personale e allo stato di manutenzione del muletto.
Questa tragedia si inserisce nel quadro più ampio e allarmante degli infortuni mortali sul lavoro, fenomeno che continua a colpire duramente in Italia, che negli ultimi anni hanno posto al centro dell’agenda istituzionale le cd. morti bianche . Ogni episodio mette in luce la necessità di un cambio di passo radicale e non più rinviabile nelle politiche di prevenzione, vigilanza e formazione.
Questa tragedia colpisce la sua famiglia e tutta la collettività, nei processi penali che seguiamo in tutta Italia per l’ANMIL abbiamo sempre ribadito con forza che la prevenzione non può essere considerato un costo accessorio od un optional: proprio nei luoghi dove l’organizzazione dovrebbe essere più avanzata e vigilata, bisogna garantire standard di sicurezza assoluti e uniformi, non sacrificabili rispetto ad un modello produttivo di importanza strategica. E’ per questo che la nostra azione in fase di costituzione di parte civile nei processi penali punta sempre all’accertamento delle responsabilità di vertice aziendale e al riconoscimento di danni punitivi nei confronti di quelle imprese che si assumono il rischio sul verificarsi di un incidente, nonostante la sua prevedibilità, e quindi siano tragedie maggiormente prevenibili.
